Luca Sabiu è un Hobbit del mare… la sua barca, Flow, un Pogo 40 “da corsa” rapido, leggero e molto invelato è la biga sulla quale ama planare e correre veloce verso l’orizzonte. In qualsiasi condizione.
E offre a marinai abili una navigazione d’altura in sicurezza e velocità per insegnare loro questo “nuovo modo” di concepire una barca: 4,5 metri di baglio a poppa e una prua affilata e veloce… barche da portanti che vanno forte sempre. Più veloci del vento che le spinge.
Da 55 anni vado in barca con comandanti che negli anni hanno mostrato una grande varietà di comportamenti: dal marinaio silenzioso e previdente, al giovane adrenalinico alla ricerca della performance. Con Luca, per la prima volta, ho trovato un modo unico e singolare di comandare un mezzo performante: calma, rigore, potenza, previdenza, risate e agio.
Da 55 anni vado in barca. Barche diverse per dimensioni, armo, dislocamento, materiale, ambizioni, ma sempre “classiche”: c’è un timone a barra o a ruota, una randa e una scotta di genoa. A volte due manovre per il tangone e semmai un braccio e una scotta di spi. Barche semplici, lineari, comprensibili. Su Flow ci sono 17 manovre in pozzetto, le volanti, le scotte del Code0, del Solent, della Trinchetta, del Gennaker, la tack, e poi le drizze…ogni manovra rende il pozzetto un canestro di serpenti e le prime volte bisogna andare con la frontale di notte per aprire gli stopper e sicuramente tenere in ordine è cruciale per non farsi trovare legati come salami dal cambio turno.
Flow corre. Sempre rapida e leggera… Non c’è nulla a bordo: nulla che distragga dall’unica cosa che conta: navigare. Veloci, leggeri, sicuri. Nulla di superfluo. Tutto il necessario e il sufficiente. A volte raddoppiato. Il Massimo Indispensabile. E poi c’è lui: Luca.
Flow non potrebbe essere sopportabile se ci fosse qualcun altro. Flow è insopportabilmente scomodo per noi “anziani”, ma diventa un nido d’amore quando guardi il suo comandante che girella curioso tra le vele, gli schermi, le lande, i timoni, gli strumenti…e poi si fa un pisolino.
Il suo modello è la calma assoluta, l’osservazione, la riflessione: osservare, pensare, agire.
Che barca questa strana astronave! Che uomo minuto e straordinario al suo comando! Che piccoli ci sentiamo noi mentre impariamo a navigare al doppio o al triplo della nostra velocità usuale con il doppio o il triplo della tela a riva e la metà o meno del peso sotto i piedi.
Che esperienza incredibile… voglio tornare ancora con Luca e rubargli quel poco di mestiere che un anziano abitudinario può sottrarre a un esperto cocchiere di scafi con le ali.
Max Damioli, CapoBarca del CVC dal 1977, marinaio da quando mi ricordo.